partecipazione
I nuovi orizzonti
della partecipazione
Per promuovere la partecipazione
la contrattazione è la leva fondamentale. Lo è sui luoghi di lavoro per affermare quella di natura economica,
lo è sui territori per valorizzare
quella di tipo civico.
Grazie all’impulso dato al tema
dalla CISL con il testo approvato
alla Camera, siamo vicini
al traguardo storico dell’attuazione dell’articolo 46 della nostra Costituzione.


Segretario Confederale CISL nazionale,
con delega all’Istruzione
La poderosa raccolta di firme organizzata dalla CISL, nella seconda metà del 2023, sulla proposta di legge di iniziativa popolare “La Partecipazione al Lavoro. Per una governance d’impresa partecipata dai lavoratori” ha avuto il pregio di riportare al centro della scena pubblica un tema che, nelle sue varie accezioni, rappresenta un caposaldo delle democrazie.
Lo straordinario percorso che ha portato alla redazione del testo di legge che in questi giorni è stato approvato alla Camera, lo si deve alla sagacia e alla perseveranza di Luigi Sbarra che, nel particolarissimo e turbinoso contesto post Covid, caratterizzato da transizioni potenti come quella demografica, ecologica e digitale, recuperando le sollecitazioni dei nostri Padri fondatori, ha fatto della partecipazione la chiave di volta per assicurare lavoro di qualità e sviluppo sostenibile.
Le quattro forme di partecipazione contemplate nella proposta di legge in discussione - gestionale; economica-finanziaria; organizzativa e consultiva - nel provare a dare attuazione all’articolo 46 della Costituzione, attivano processi e generano percorsi che modernizzano e fluidificano i rapporti d’impresa, privilegiando la logica della composizione degli interessi, rispetto a quella della contrapposizione tra capitale e lavoro.
Ma quello di promuovere e favorire approcci sinergici e non ridurre la dialettica sui luoghi di lavoro a mera misurazione dei rapporti di forza non è l’unico elemento di ispirato riformismo, di cui si è fatta interprete la CISL. Non meno significativo è il valore dato alla contrattazione per l’implementazione della partecipazione nei vari contesti.
Consapevoli di quanto possa essere fecondo il principio di sussidiarietà, servirà, come sostiene la Segretaria Generale, Daniela Fumarola, un attento “lavoro sartoriale”, per dare, attraverso l’azione contrattuale, forza e concretezza alla partecipazione nelle differenti realtà lavorative, con un importante sforzo da fare per qualificare la formazione dei nostri quadri sindacali, a tutti i livelli.
Fuori dal canonico riferimento all’universo delle imprese, si pensi all’importanza della rivitalizzazione di organismi dalle grandi potenzialità partecipative, come quelli rappresentati, nel mondo della scuola, dagli organi collegiali.
La contrattazione può e deve essere però lievito per la partecipazione anche nella dimensione extralavorativa. Se la contrattazione aziendale e territoriale è volano per la partecipazione economica, la contrattazione sociale può esserlo per quella, altrettanto importante, di natura civica.
Tutta l’importante azione che proviamo a sviluppare nel confronto con le istituzioni nei territori per rafforzare il welfare, coniugare formazione e lavoro, favorire maggior equilibrio tra vita e lavoro, qualificare il sistema dei servizi pubblici, dare equità alle politiche fiscali e tariffarie, può portare a nuove forme di sensibilizzazione e di coinvolgimento delle cittadine e dei cittadini nella vita delle comunità di cui fanno parte.
Sviluppare contrattazione per promuovere partecipazione e ravvivare la democrazia è, perciò, il proposito, certo ambizioso ma non velleitario, di cui si fa interprete la CISL, attingendo ai nobili e illuminanti impulsi dati ai concetti di centralità della persona, di responsabilità, di stretto raccordo tra diritti e doveri, dal nostro Statuto e dalla Costituzione. “La confederazione italiana sindacati lavoratori si richiama e si ispira, nella sua azione, ad una concezione che, mentre vede la personalità umana naturalmente svolgersi attraverso l’appartenenza ad una serie organica di comunità sociali, afferma che al rispetto delle esigenze della persona debbono ordinarsi società e Stato” (art. 2, Statuto CISL).
“La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, una attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società” (art. 4, Cost.) Partecipare, prendere parte, è un modo di dare valore al nostro protagonismo di persone che si realizzano all’interno delle comunità in cui si trovano a operare, guidate da senso solidaristico e spirito di giustizia.
Partecipare, prender parte, ci permette di “dare forma al tempo” (Maria Zambrano), lottando per migliorare le condizioni nostre e di chi condivide il nostro destino, senza abbandonarsi a fatalismi e qualunquismi ed evitando d’inseguire chimere.
Partecipare, prendere parte, è fare esercizio di responsabilità. Ci porta a mostrare abilità nel rispondere alle domande di tutela, assistenza e rappresentanza di chi si rivolge a noi, esprimendo contestualmente vigore e senso della misura, “senza nulla amplificare e nulla nascondere” (G. Pastore).
Partecipare, prendere parte, ci aiuta a “coltivare umanità” (Martha Nussbaum), a tessere relazioni e curare rapporti tesi a dare solidità alle reti comunitarie, senza lasciare nessuno solo, senza produrre “scarti” (Papa Francesco).
Partecipare e prendere parte, infine, presuppone il coraggio di chi, di fronte alla realtà, non chiude gli occhi, non rifiuta le innovazioni, di chi non si lascia annichilire dalle difficoltà ma prova, in ogni contesto, a unire le forze, a comporre differenti visioni, per governare il cambiamento e promuovere uno sviluppo sostenibile con marcata impronta sociale.
