partecipazione
L'associazionismo
e la vita democratica del Paese
Le associazioni – e più ampiamente l’associazionismo organizzato in tutte le sue forme riconosciute dalla legge – rappresentano spazi di partecipazione di straordinaria ed esclusiva rilevanza, dove i cittadini possono unirsi
per difendere valori, diritti e interessi collettivi. Laboratori territoriali
di cittadinanza attiva e officine
di “produzione” del capitale sociale, elemento fondamentale
per lo sviluppo di un Paese.


Presidente nazionale
dell’Azione Cattolica Italiana
La partecipazione attiva dei cittadini alla vita democratica di un Paese è il fondamento su cui si regge ogni sistema democratico maturo e stabile. “La partecipazione è un dovere da esercitare consapevolmente da parte di tutti, in modo responsabile e in vista del bene comune”: è scritto nel Compendio della Dottrina sociale della Chiesa.
Le associazioni – e più ampiamente l’associazionismo organizzato in tutte le sue forme riconosciute dalla legge – rappresentano spazi di partecipazione di straordinaria ed esclusiva rilevanza, dove i cittadini possono organizzarsi per difendere valori, diritti e interessi collettivi. Laboratori territoriali di cittadinanza attiva e officine di “produzione” del capitale sociale, elemento fondamentale per lo sviluppo di un Paese.
Si tratta di organizzazioni che operano in diversi ambiti, dalla tutela dei diritti civili alla promozione della cultura, dall’impegno sociale e umanitario alla difesa dell’ambiente. Attraverso il loro operato, contribuiscono a creare una società più equa e inclusiva, alimentando il tessuto democratico del Paese. All’interno di tale complessa realtà, particolarmente rilevante è il ruolo delle associazioni di ispirazione religiosa, tantissime di ispirazione cristiana, animate da valori che vengono vissuti nello spazio pubblico per promuovere una crescita del dialogo e dell’amicizia sociale.
Nel loro operare si può riconoscere in modo concreto la connessione vitale per la democrazia tra libertà religiosa, laicità delle istituzioni e impegno per il Bene comune. Diciamo subito che La Costituzione italiana, dopo aver garantito all’art. 3 il diritto di partecipare, sancisce il diritto di associazione come uno dei pilastri della democrazia. L’articolo 18 garantisce, infatti, la libertà di associazione, affermando che “i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente, senza autorizzazione, per fini che non sono vietati ai singoli dalla legge penale”.
Inoltre, l’articolo 49 sottolinea l’importanza della partecipazione alla vita politica, stabilendo che “tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”. Questi principi costituzionali offrono il quadro giuridico fondamentale per l’azione delle associazioni e per il loro contributo partecipativo alla vita democratica del nostro Paese. Dando corpo, per quanto possibile, a un’espressione particolarmente felice, che recita: “La democrazia non è parteggiare, è partecipare”. Vale la pena ricordare che storicamente, in Italia come in tutte le grandi democrazie, le associazioni hanno avuto un ruolo di primo piano in molte conquiste civili e sociali.
Movimenti per i diritti delle donne, per la giustizia sociale, per l’ambiente e per la legalità hanno spesso avuto origine o trovato supporto in queste realtà. Esse rappresentano un contrappeso fondamentale ai poteri istituzionali, stimolando il dibattito pubblico e vigilando sull’operato della classe politica. L’impegno delle associazioni non si limita dunque alla semplice sensibilizzazione dell’opinione pubblica. Esse agiscono concretamente attraverso il volontariato, la formazione politica e la promozione di politiche pubbliche inclusive. Molte realtà associative collaborano attivamente con enti locali e nazionali, contribuendo alla stesura di proposte legislative o promuovendo referendum e petizioni.
Un esempio significativo è rappresentato dalle campagne per la trasparenza amministrativa e la legalità, che vedono la partecipazione di numerose associazioni impegnate nel contrasto alla corruzione e alle mafie. Inoltre, in un’epoca segnata dalla crisi della rappresentanza politica e dalla sfiducia nelle istituzioni, le associazioni offrono un canale alternativo e diretto di espressione per i cittadini, colmando il divario tra società civile e politica. Oltre all’azione pratica, le associazioni svolgono un’importante funzione culturale ed educativa.
Esse promuovono momenti di riflessione, dibattiti, conferenze e pubblicazioni per approfondire le tematiche legate alla democrazia, ai diritti umani e alla giustizia sociale. Attraverso queste iniziative, contribuiscono a formare cittadini consapevoli e responsabili, in grado di partecipare attivamente alla vita politica e sociale del Paese. Un esempio emblematico è il ruolo delle associazioni studentesche e giovanili, che da decenni rappresentano un motore di cambiamento e innovazione nella società italiana. La loro capacità di intercettare le nuove sfide e di mobilitare le nuove generazioni è fondamentale per garantire un ricambio generazionale e una democrazia viva e dinamica.
Nonostante il contributo positivo, la partecipazione delle associazioni alla vita democratica italiana incontra però ancora oggi numerose difficoltà. Tra le principali criticità, la scarsità di risorse economiche, la burocrazia complessa e la difficoltà di raggiungere un pubblico sempre più disilluso e distante dalla politica. La frammentazione del panorama associativo, inoltre, rende spesso difficile un’azione coordinata ed efficace.
Se è vero, come è vero, che una democrazia cresce se crescono le associazioni – perché vi è un legame indispensabile tra democrazia e partecipazione, al punto che senza la partecipazione la democrazia finisce per snaturarsi in una semplice gara per la conquista dei consensi utili a raggiungere il potere – è dunque necessario favorire l’associazionismo attraverso un sempre maggiore riconoscimento istituzionale e un sostegno concreto attraverso finanziamenti adeguati e semplificazioni normative. Le istituzioni devono vedere queste realtà come alleate nella costruzione di una società più giusta e partecipativa. Con particolare attenzione nei confronti di chi opera nella formazione civica e nella partecipazione giovanile.
Coinvolgere le nuove generazioni significa assicurare un futuro alla democrazia, stimolando nei giovani il senso di responsabilità e appartenenza alla comunità. Allo stesso tempo, le associazioni stesse devono lavorare per costruire reti più solide e sinergie efficaci, superando divisioni ideologiche e settoriali. Solo attraverso un’azione collettiva e coordinata sarà possibile incidere realmente sulle scelte politiche e sociali del Paese.
Come ha sottolineato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenendo alla 50esima Settimana Sociale dei Cattolici a Trieste: “Al cuore della democrazia vi sono le persone, le relazioni e le comunità a cui esse danno vita, le espressioni civili, sociali, economiche che sono frutto della loro libertà, delle loro aspirazioni, della loro umanità: questo è il cardine della nostra Costituzione”. Le realtà associative rappresentano – meglio sarebbe dire sono – le persone, le relazioni e le comunità cui fa riferimento il Presidente Mattarella: una componente vitale della democrazia. Il loro impegno nella difesa dei diritti, nella promozione della partecipazione e nella costruzione del bene comune è una risorsa preziosa per il Paese.
In un’epoca di crescente disaffezione politica, il rafforzamento di queste realtà può essere la chiave per una democrazia più inclusiva e partecipata, capace di rispondere alle esigenze di tutti i cittadini. D’altra parte, la illusoria pretesa di essere autosufficienti conduce all’indifferenza, all’isolamento, minando alla base la dinamica sociale e politica di una comunità, fino a impoverire le stesse relazioni interpersonali.
Si lascia così spazio alla crescita di diseguaglianze, alla diffusione di paura e sfiducia, all’uso di linguaggi violenti e manipolatori, che allontanano le persone, polarizzando diversità e contrasti. Ciò può condurre a rassegnate visioni autoritarie, a progetti che finiscono per limitare ancor più la libertà e la convivenza civile, ad aggravare la condizione dei più deboli, misconoscere la dignità e i diritti di ciascuno. In realtà, come scrive l’arcivescovo di Milano Mario Delpini nel suo Discorso alla città del 6 dicembre 2023: “La responsabilità di fronte alle situazioni complesse e alle problematiche inquietanti del nostro tempo è un peso che nessuno può portare da solo, nonostante le tentazioni di protagonismo che insidiano le persone del potere e le tentazioni di delega che insidiano le persone che non vogliono fastidi”. Lo sviluppo autentico è un gioco di squadra che deve attivare tutte le risorse, a partire dai talenti e dalla capacità di ciascuna persona.
La buone relazioni, ricordava Paul Ricoeur, sono generative di relazioni giuste. Diventa fondamentale in questo tempo quel lavoro artigianale, di cui spesso parla papa Francesco, per risanare, riconnettere e rigenerare il dialogo sociale, attraversando la logica dello scontro e della contrapposizione, per alimentare la ricerca di una buona politica che torni a mettere al centro il bene di “noi-tutti”.
