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partecipazione

La partecipazione 
nella rendicontazione
 

In questo anno scolastico

tutte le Istituzioni scolastiche

saranno chiamate a dare conto

dei risultati raggiunti attraverso

la “condivisione e promozione

al miglioramento del servizio

con la comunità di appartenenza”.

Infatti, non vi è nessun miglioramento del servizio, e ancor meno degli esiti formativi ed educativi,

senza la partecipazione della comunità, per il semplice motivo che

per raggiungere dei risultati

bisogna prima condividerli.

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Dirigente del MIM – Ufficio Valutazione

del Sistema Istruzione e Formazione

Con questo anno scolastico si chiude il triennio del Sistema nazionale di valutazione 2022-2025 e tutte le Istituzioni scolastiche saranno chiamate a dare conto dei risultati raggiunti attraverso la Rendicontazione sociale(1)

 

Siamo oramai arrivati alla terza Rendicontazione sociale nelle scuole, dopo la prima del 2019 e la seconda del 2022, ma rischiamo di arrivarci con la stanchezza endemica determinata dalle continue riforme e dai massicci investimenti (vedi PNRR) che hanno catalizzato le energie e connotato le progettualità, con il rischio di una perdita di senso in cui rientra anche il processo di Rendicontazione.

Da qui è facile che, in questo anno scolastico, la Rendicontazione venga collocata fra gli innumerevoli adempimenti a cui è necessario corrispondere, ma proprio per questo motivo, e al solo fine di non perdere il senso profondo che riveste nella scuola il dare conto, in autonomia e con responsabilità, dei risultati effettivamente raggiunti, è necessario fermarsi un attimo e riparlarne. Lo faccio sulle pagine di “Scuola e Formazione” ricordando che proprio il notiziario, dal 2010 al 2011, ovvero prima che la Rendicontazione fosse normata dal D.P.R. n. 80 che, come risaputo, risale al 2013, dedicava a questo tema ben otto articoli che ho avuto il piacere di scrivere(2).

 

Lo faccio nel momento in cui il Sistema Nazionale di Valutazione (da qui in avanti SNV) che ha avuto una particolare attenzione da parte di CISL Scuola si sta smarrendo(3) e, soprattutto, provo a farlo da un punto di vista inusuale, ma quanto mai opportuno in questo momento: la rendicontazione come partecipazione e condivisione con la comunità di appartenenza. Infatti, lo stesso D.P.R. n. 80/2013 inquadra la rendicontazione sociale “in una dimensione di condivisione e promozione al miglioramento del servizio con la comunità di appartenenza” (art. 6, comma 1, lettera d).

 

Così la Rendicontazione sociale nella scuola nasceva nello spirito della “condivisione” per il semplice motivo che non vi è nessun miglioramento del servizio, e ancor meno degli esiti formativi ed educativi, senza la partecipazione della comunità professionale e della comunità educante e per il semplice motivo che per raggiungere dei risultati dentro una comunità bisogna che prima siano condivisi.

 

IL “SOCIALE” DELLA RENDICONTAZIONE

Il termine “sociale” (intenzionalmente, e non casualmente, messo accanto a “rendicontazione”) allontana dai rigurgiti odierni di controllo e di centralismo amministrativo, mentre all’opposto apre al contesto di appartenenza da cui nasce la stessa autonomia scolastica, che “si sostanzia nella progettazione e nella realizzazione di interventi di educazione, formazione e istruzione mirati allo sviluppo della persona umana, adeguati ai diversi contesti, alla domanda delle famiglie e alle caratteristiche specifiche dei soggetti coinvolti, al fine di garantire loro il successo formativo” (cfr. D.P.R. n. 275/1999 art. 1).

 

In effetti il disegno interno al SNV prevede che le Istituzioni scolastiche, in autonomia e con attenzione al contesto di appartenenza, all’inizio del triennio definiscano le loro priorità nel Rapporto di autovalutazione per poi, al termine del triennio, dare pubblica evidenza dei risultati raggiunti attraverso la Rendicontazione sociale. Ne consegue che, per riprendere la logica del SNV a partire dalla prossima  Rendicontazione sociale, è necessario innanzitutto ritornare al senso del nostro lavoro, alla nostra missione, alle nostre priorità, senza lasciarci fagocitare dalle sole rendicontazioni amministrative che in questi ultimi anni si sono indebitamente impadronite del nostro tempo e in definitiva della nostra autonomia.

 

Vi è una relazione direttamente proporzionale fra autonomia e rendicontazione, oramai assodata in ricerca e documentata in letteratura. Come emerge dalla comparazione dei sistemi educativi dei diversi Paesi, i migliori sono quelli che lasciano alle scuole una grande autonomia operativa, chiedendo però ad esse, al contempo, di rendere conto pubblicamente e regolarmente dei risultati conseguiti con questa autonomia. In sostanza, maggiore è l’autonomia maggiore deve essere la responsabilità del rendere conto.

 

Nel nostro Paese non si è mai sentita particolarmente l’esigenza e la responsabilità della rendicontazione, probabilmente perché le scuole non esercitano (o non sono messe nella condizione di esercitare) l’autonomia. Ma, allo stesso tempo, se le scuole vogliono maggiore autonomia devono sentire forte l’impegno di rendere pubblicamente conto delle proprie scelte e dei propri risultati.

 

IL METODO E GLI STRUMENTI

Il SNV fornisce un metodo e degli strumenti per una rappresentazione necessariamente semplificata della complessa realtà scolastica. Senza di essi, per paradosso, dovremmo sostenere che l’unica rappresentazione possibile della realtà scolastica è la stessa realtà scolastica. Al contrario, avere strumenti comuni ci permette di fornire un insieme di punti di riferimento utili a riprodurre il sistema di cui si sta trattando e, per quanto ci riguarda, ci permette di condividerlo e comunicarlo. La Rendicontazione sociale è l’ultima fase del sistema di valutazione delle Istituzioni scolastiche. La sequenza, nei sistemi di valutazione, è determinante in quanto condiziona i contenuti e gli stessi processi. Di conseguenza è fondamentale usare in modo consapevole gli strumenti, proprio per non farsi condizionare nei contenuti e nei processi.

 

Lo stesso legame che unisce Rapporto di autovalutazione, Piano di Miglioramento, Piano Triennale dell’Offerta Formativa e Rendicontazione sociale diviene un architrave per il governo della scuola, poiché ingloba il percorso che va dall’analisi del contesto alla pianificazione del miglioramento, alla progettazione dell’offerta formativa, per concludersi con la rendicontazione dei risultati. La definizione della sequenza logica fra i documenti, a ben vedere, riporta al metodo di lavoro. In particolare pone l’attenzione sulla necessità di: saper analizzare; saper pianificare; saper organizzare; saper rendicontare. Nello specifico, rendicontare significa anche saper promuovere partecipazione e saper “condividere con la comunità di appartenenza” le scelte e i risultati. Mentre quello a cui stiamo assistendo è uno spostamento, progressivo, dalla comunità di appartenenza al centro.

 

A tale riguardo basterà dire che il precedente sistema di valutazione dei dirigenti scolastici attingeva gli obiettivi, differenziati per ognuno di loro, dal Rapporto di autovalutazione, ovvero dal contesto di appartenenza, mentre il nuovo sistema di valutazione li definisce, uguali per tutti, a livello centrale. Indubbiamente una semplificazione a cui, inconsapevolmente, stiamo delegando una quota della nostra autonomia che non abbiamo saputo rafforzare e difendere.

 

PROMUOVERE E VALORIZZARE LA PARTECIPAZIONE

La Rendicontazione, nel momento in cui condivide le priorità che si sono perseguite e i traguardi effettivamente raggiunti attraverso la valorizzazione delle risorse professionali interne alla scuola, permette di promuovere nuova partecipazione. Infatti, dare conto, sia all’interno della comunità professionale sia all’esterno nella comunità sociale, di quanto si è concretamente realizzato e conseguito grazie ai diversi apporti, permette alle persone di uscire dalla routinarietà anonima per riconoscersi e identificarsi in una progettualità condivisa.

 

La Rendicontazione è senza dubbio lo strumento che, mentre riporta i contributi per il miglioramento, promuove identificazione e partecipazione. Infatti discutere nei momenti collegiali delle priorità e dei processi da attivare per raggiungerle è un’occasione preziosa per promuovere compiti e responsabilità necessari all’organizzazione che in questi anni abbiamo dissipato. Inoltre, dare pubblica evidenza dei risultati acquista un particolare valore in realtà come quelle scolastiche in cui il riconoscimento pubblico spesso compensa i limitati riscontri socioeconomici. Senza disconoscerne le ricadute su aspetti che meriterebbero maggior attenzione in una comunità con finalità formative ed educative, come il clima organizzativo e il benessere professionale che si realizza solo nella condivisione e nella partecipazione. Intendiamo evidenziare che l’attuale enfasi sul docente che si chiude e conclude nelle ore di lezione della propria disciplina è il preludio alla morte della comunità scolastica e della comunità educante di cui gli stessi docenti, poi, lamentano l’assenza.

 

La sovrastruttura burocratica, in questi anni, ha prodotto continue e indebite richieste che hanno portato molti docenti a ritenere inutile il proprio contributo all’organizzazione e alla comunità professionale. Così, stiamo generando una specie di docente autarchico, che vede il rapporto, il confronto, lo scambio, la partecipazione alla comunità come un’inutile fatica da cui è opportuno sottrarsi. Inconsapevole che la chiusura autarchica nel tempo produce scadenti surrogati senza la bellezza e la bontà dell’autentico. In sostanza dobbiamo ritornare sui fondamentali di una professione docente che si genera nel confronto interno alla comunità professionale e si apre alla partecipazione nella comunità educante, in cui, per i motivi sopra esposti, rientra la Rendicontazione sociale.

 

VALORIZZARE E RILANCIARE LA PROGETTUALITÀ

L’errore da evitare è quello di considerare la Rendicontazione sociale l’ennesimo adempimento che le Istituzioni scolastiche sono tenute ad assolvere perché previsto da una norma e richiesto da una disposizione ministeriale di cui nessuno, soprattutto in questo particolare momento, sentirebbe la necessità e vedrebbe l’opportunità.

 

In realtà, la Rendicontazione sociale rappresenta per le Istituzioni scolastiche un modo per rafforzare la responsabilità delle proprie scelte e un’occasione preziosa di riflessione sui valori di riferimento. Rendendo conto dei risultati la scuola rende pubblico il suo valore sociale. Pur sapendo che gli adempimenti sono sempre più numerosi e le urgenze quotidiane a cui siamo chiamati quotidianamente a far fronte sono sempre più pressanti, la Rendicontazione sociale, in questo momento di affaticamento e disorientamento, può rivelarsi un’occasione preziosa per fermarsi e confrontarsi sul senso del proprio lavoro, sul contributo effettivo allo sviluppo e al benessere della comunità di appartenenza che per la scuola, non dimentichiamolo, si realizza attraverso la missione più alta e impegnativa: la formazione integrale e armonica della persona.

 

Inoltre le Istituzioni scolastiche nel processo di rendicontazione e nell’uso degli strumenti a disposizione per dare conto dei propri risultati possono trovare una guida per riflettere sul percorso svolto. Infatti il miglior modo per introdursi nella nuova triennalità è fare i conti con la triennalità precedente, ponendo attenzione su quanto è stato possibile, ma anche su quanto non è stato possibile realizzare, al fine di tracciare nuove prospettive di partecipazione e condivisione per il raggiungimento dei risultati ma soprattutto per un’offerta formativa “costitutiva di identità culturale e progettuale” da cui scaturiscono i veri risultati (cfr. D.P.R. n. 275/1999, articolo 3, comma 1).

 

 

(1) Per un approfondimento vedi: Monica Logozzo, Damiano Previtali, Maria Teresa Stancarone, Rendicontare a scuola, Ed. Tecnodid 2022.

(2) Scuola  e  Formazione  (2010):  “Il  paradigma  smarrito;  La  nuova  cornice  di  riferimento;  La rendicontazione con  valore  sociale;  I  nuovi  elementi  di  sistema;  Il  valore  aggiunto.  Scuola  e Formazione (2011): Il valore intangibile; I portatori di interesse; Il bilancio sociale nella scuola".

(3) Vedi Scuola e Formazione web n. 2/2024 “Tre svelamenti necessari ad un rinnovato Sistema nazionale di valutazione”.

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